Tignosi ancora sconfitti
Grazie agli ingenti capitali rastrellati in modo illecito, il presidente dei Tignosi, Salmaso, ha potuto allungare la panchina della sua squadra, permettendo a qualche componente di saltare alcune partite per dedicarsi ad altre attività. Uno di questi, Meduri, ha potuto partecipare ai Campionati Nazionali di ping-pong, che si sono svolti a Terni il giorno 5 novembre 2005.
Con la sacca piena di salumi e formaggi calabresi, il giovane difensore tignoso prende il treno da Milano e denota subito la sua sagacia tattica, prenotando un intero vagone per potersi allenare in santa pace. Per la cronaca, durante il viaggio riesce a sconfiggere quattro controllori per 3-0 mentre lascia vincere l’addetta alle bibite e i panini, richiedendo però in cambio prestazioni al limite del regolamento. Una volta raggiunto il palazzetto dello sport, sorgono le prime difficoltà: il regolamento antidoping della federazione non permette l’assunzione, prima delle partite, dell’amaro del capo (unica bevanda gradita da Vincenzo da quando è nato, nonché suo sponsor dai tempi dei tornei di ping-pong delle elementari). Grazie ad un giustificativo del suo dottore (collaboratore del Dott. Agricola e fornitore degli integratori utilizzati dalla squadra dei Tignosi), Vincenzo riesce a far accettare la bevanda, ne ingurgita cinque bicchieri e inizia il riscaldamento.
I primi due turni ad eliminazione diretta vengono superati in scioltezza ( per 3-0 e 3-1) e si passa ben presto al girone di qualificazione. Nonostante il tentativo di corrompere i giudici, promettendo una fornitura a vita di zeppole, per essere messo in fascia alta, il giovane tignoso viene retrocesso in quarta fascia. Per nulla scosso da questa sconfitta diplomatica, tracanna ancora un po’ di amaro del capo ed inizia a giocare.
Di seguito la cronaca di queste sfide all’ultimo sangue: massacrato il numero tre per 3-0 (parziali di 11-4 , 11-5 , 11-5), viene sconfitto dal numero uno per 0-3 (parziali di 2-11 , 8-11 , 10-12). La partita con il numero due è decisiva: Vincenzo è carico, ma ha finito l’amaro. Nonostante questo riesce a ritrovare la concentrazione e passa il turno, battendo il numero due per 3-2 (parziali 11-7 , 6-11 , 11-7 , 8-11 , 11-9).
Il palazzetto dello sport è ai suoi piedi: in preda ad un euforia stile Italia campione del Mondo ’82, Vincenzo fa due giri di campo della struttura, trasforma l’acqua in amaro del capo e moltiplica i salumi e i formaggi che si era portato con sé (per la gioia dei presenti).
Col tifo dalla sua parte si lancia verso i 128 di finale ma viene sconfitto da un giocatore di prima fascia di un altro girone per 3-1 (11-4, 11-8, 10-12 11-8), dopo aver annullato un match-point nel 3° set con un punto incredibile che ha fatto battere le mani a tutti i presenti ed aver seriamente impensierito l'avversario nel 4°.
Peccato. L’eroe Tignoso torna a casa, pronto a ricevere 100 frustate dal presidente Salmaso che per lasciarlo andare a giocare gli aveva chiesto di diventare campione nazionale.
Con la sacca piena di salumi e formaggi calabresi, il giovane difensore tignoso prende il treno da Milano e denota subito la sua sagacia tattica, prenotando un intero vagone per potersi allenare in santa pace. Per la cronaca, durante il viaggio riesce a sconfiggere quattro controllori per 3-0 mentre lascia vincere l’addetta alle bibite e i panini, richiedendo però in cambio prestazioni al limite del regolamento. Una volta raggiunto il palazzetto dello sport, sorgono le prime difficoltà: il regolamento antidoping della federazione non permette l’assunzione, prima delle partite, dell’amaro del capo (unica bevanda gradita da Vincenzo da quando è nato, nonché suo sponsor dai tempi dei tornei di ping-pong delle elementari). Grazie ad un giustificativo del suo dottore (collaboratore del Dott. Agricola e fornitore degli integratori utilizzati dalla squadra dei Tignosi), Vincenzo riesce a far accettare la bevanda, ne ingurgita cinque bicchieri e inizia il riscaldamento.
I primi due turni ad eliminazione diretta vengono superati in scioltezza ( per 3-0 e 3-1) e si passa ben presto al girone di qualificazione. Nonostante il tentativo di corrompere i giudici, promettendo una fornitura a vita di zeppole, per essere messo in fascia alta, il giovane tignoso viene retrocesso in quarta fascia. Per nulla scosso da questa sconfitta diplomatica, tracanna ancora un po’ di amaro del capo ed inizia a giocare.
Di seguito la cronaca di queste sfide all’ultimo sangue: massacrato il numero tre per 3-0 (parziali di 11-4 , 11-5 , 11-5), viene sconfitto dal numero uno per 0-3 (parziali di 2-11 , 8-11 , 10-12). La partita con il numero due è decisiva: Vincenzo è carico, ma ha finito l’amaro. Nonostante questo riesce a ritrovare la concentrazione e passa il turno, battendo il numero due per 3-2 (parziali 11-7 , 6-11 , 11-7 , 8-11 , 11-9).
Il palazzetto dello sport è ai suoi piedi: in preda ad un euforia stile Italia campione del Mondo ’82, Vincenzo fa due giri di campo della struttura, trasforma l’acqua in amaro del capo e moltiplica i salumi e i formaggi che si era portato con sé (per la gioia dei presenti).
Col tifo dalla sua parte si lancia verso i 128 di finale ma viene sconfitto da un giocatore di prima fascia di un altro girone per 3-1 (11-4, 11-8, 10-12 11-8), dopo aver annullato un match-point nel 3° set con un punto incredibile che ha fatto battere le mani a tutti i presenti ed aver seriamente impensierito l'avversario nel 4°.
Peccato. L’eroe Tignoso torna a casa, pronto a ricevere 100 frustate dal presidente Salmaso che per lasciarlo andare a giocare gli aveva chiesto di diventare campione nazionale.
3 Comments:
Ma perché ha il grembiule? Ma ha giocato davvero o era impiegato nelle mense? E' pure unto.
Credo che sul treno si sia scambiato di posto con l'addetta alle vettovaglie, di modo che lui potesse rimanere sul treno a gozzovigliare e lei a raccogliere i plausi dell'arena
Certo...
perdere nel Centro Olimpico è una soddisfazione...
perdere alla Bovisasca è veramente una vergogna...
Pitsee non te lo faccio bere l'amaro del capo!!!!!!!!!
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