mercoledì, gennaio 03, 2007

DoitCalcio nella storia: Giulio Cesare

Con l'inizio del nuovo anno la redazione di DoitCalcio.it vuole regalare a tutti i lettori una nuova rubrica periodica: la biografia dei grandi giocatori della storia del DoitCalcio.
Oggi un grande centravanti del passato: Giulio Cesare.

Giulio Cesare

Giulio Cesare giocò al giuoco del calcium in un'antichissima e nota squadra patrizia, la DoitCalcium o Doitia (che si diceva allenata da Conz (o Conzonio), figlio del principe troiano Deantonea, secondo il mito figlio a sua volta della Dea Pizzea). Al culmine del suo potere, nel 45 a.C., Cesare per sottolineare la sua discendenza dalla dea dedicò a Pizzea Genitrice un tempio nel nuovo Foro da lui fatto costruire, il Bovisaska Stadium.
Il ramo della gens Iulia che portava il cognomen "Caesar" discendeva, secondo il racconto di Illo il Vecchio, da un uomo venuto alla luce in seguito a un Taglio cesareo (dal verbo latino 'tagliare', caedo, -ere, caesus sum). La Storia Augusta suggerisce invece tre possibili spiegazioni sull'origine del nome: che il primo Cesare avesse ucciso un tignoso (caesai in berbero) in partita, che avesse avuto una folta capigliatura alla Racano (dal latino caesaries), oppure degli occhi di color grigio toporagno (dal latino oculis caesiis).
Nonostante le aristocratiche origini, la famiglia di Cesare non era ricca per gli standard della nobiltà del DoitCalcium; ciò rappresentò inizialmente un serio ostacolo alla sua carriera calcistica (dovette contrarre ingenti debiti per ottenere le sue prime casacche giallonere); inoltre, negli anni della giovinezza di Cesare, suo zio Gaio Mario Lubiano era stato dichiarato nemico della Doitia anche se successivamente Cesare riuscì a riabilitarne il nome facendolo giocare qualche partita con i muris-aranea (in latino toporagni). Suo padre era Gaio Giulio Ottanà Cesare il Vecchio, la cui sorella Sara aveva sposato Gaio Moreno; la madre era Aurelia Cotta Ancona, proveniente da una notabile famiglia che aveva dato alla Doitia numerosi fratelli. La famiglia viveva in una modesta casa nella Bovisa, dove il giovane Giulio Cesare fu educato da un illustre grammatico nativo della Gallia, Marco Antonio Bertinio.

Come giocatore del DoitCalcium (58 a.C. - 49 a.C.) partecipo a partite contro varie squadre, sconfiggendo gli Shiddi nel 58 a.C., gli Scaligeri nel 57 a.C. ed i Cirillici nel 56 a.C.. Nel 55 a.C. subì il primo Pizzus Sottomayorum, e nel 52 a.C. sconfisse una coalizione di Tignosi guidati da Salmasus. Il Comandante
tignoso si trovava assediato nella sua area di rigore, mentre Cesare lo attaccava cingendo la difesa avversaria con frequenti cross dalle fasce. Nel frattempo un immenso esercito di centrocampisti tignosi si era radunato e marciava per rompere l'assedio, ma Cesare, avendolo saputo da una spia traditrice di nome Cagnoniem, eresse una palizzata di difensori centrali per coprirsi le spalle. I Tignosi furono in questo modo duramente sconfitti e Cesare assicuro' alla Doitia il dominio sull'intero campionato.

Cesare fu assassinato in Campo Marzio (in sintetico) alle Idi di marzo (15 marzo) del 44 a.C.. Fu falciato da dietro da un gruppo di cospiratori nostalgici del vecchio centravanti Gorzus, che mal sopportavano il suo potere assoluto e lo accusavano di avere ambizioni da capocannoniuere. Fra i cospiratori c'era Aldo
Bruto
, forse suo figlio naturale; il secondo attentatore eccellente fu Gaio Cassio Vitalino, altro gorziano che come Aldo Bruto aveva ottenuto da Cesare la grazia di giocare qualche scorcio di partita. Cesare cadde ai piedi dell'arbitro, pronunciando ultime parole che sono state riportate in vario modo:

- Kai su, teknon? (in greco, "Anche tu, figlio?")
- Et tu, Brute? (latino, "Anche tu, Bruto?" ) questa è la versione riportata da William Shakespeare nella tragedia Giulio Cesare.
- Tu quoque, Brute, fili mi! (in latino, "Anche tu Bruto, figlio mio!")
- Quot si Brute, fili! (latino dialettale "Quanto è brutto Filì!") (Filì, giocatore dei tignosi) questa la versione più probabile.

Etichette:

1 Comments:

Blogger pitsee said...

Ave Caesar,
calciaduri te salutant!

2:27 PM  

Posta un commento

<< Home